Quasi una su due delle Srl avviate nel 2017 è «a un euro». Si tratta cioè di Srl semplificate, con capitale sociale da uno a 9.999 euro e con la formula agile introdotta nel 2012 per favorire la nascita di nuove imprese e l’impiego dei giovani. Società dalla costituzione rapida, con forma standard non modificabile, senza l’obbligo di versare diritti di bollo e di segreteria per l’iscrizione al Registro delle imprese, e senza onorario da versare al notaio che scrive l’atto.

I dati forniti al Sole 24 Ore del Lunedì da Unioncamere-Infocamere consentono di fare un bilancio dei primi cinque anni di vita delle nuove società. Le Srl semplificate erano 4.035 nel 2012 e sono diventate 174.581 nel 2017. Oggi rappresentano il 10,6% delle società di capitale (che sono 1,6 milioni).

Quanto alle nuove attivazioni, su 111.313 società di capitali che hanno aperto i battenti nel 2017, 50.190 erano Srl semplificate, con una crescita costante delle iscrizioni dal 2012 in poi e un aumento del 35% fra il 2016 e il 2017.

Rispetto alla formula dell’impresa individuale, chi apre una Srl (sia ordinaria, sia semplificata) ha lo scudo di una responsabilità limitata al solo capitale versato. Per questo la Srl semplificata è gettonata da chi entra in un’attività per la prima volta e vuole farlo con il minor rischio possibile.

Una su quattro delle Srl “a un euro” ha infatti per titolare un under 35, una su tre è femminile. Quasi il 10% (16.846 società) ha un titolare straniero. «Le Srl semplificate sono un fenomeno che vediamo positivamente, perchè in fase di start-up consentono di aggredire il mercato con una formula agile e con oneri bassi», spiega Raffaele Marcello, componente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili con delega ai sistemi di amministrazione e controllo.